L’ingresso al Salone di Ginvevra è sempre emozionante, il nero e i colori scuri delle pareti contrastano con le centinaia di luci bianche che illuminano alla perfezione le macchine e le persone. Praticamente tutte le marche sono presenti con tutta la gamma in commercio, ma soprattutto con novità e concept.
L’evento è sempre unico. Il numero di nuove proposte è alto (le presentazioni più attese sono state la Ferrari F12 Berlinetta, Volvo V40, Audi A3, Mercedes Classe A, Fiat 500 L, Jaguar Sportback e molte altre…). Le auto si possono toccare, aprire, ci si possono salire, chiedere informazioni. Gli stand (tranne alcuni delle marche più esclusive) sono spazi con hostess disposta ad aiutarti e a rispondere a domande. E’ un salone non solo dedicato agli appassionati del mondo dei motori, ma soprattutto ai possibili acquirenti.
Quest’anno una parola su tutte identifica il salone: ibrido, elettrico, plugin, chiamatelo come volete, declinatelo come credete, ma tante marche, piccole o grandi, industriali o artigiane, propongono la loro soluzione.
Onestamente alcune sono pronte altre, probabilmente, cercano di seguire quella che è una tendenza di moda che sta crescendo sempre più velocemente.
L’affluenza quest’anno mi è sembrata decisamente più alta e la organizzazione un po’ meno pronta. E’ vero ci sono tanti parcheggi collegati con navette ma le indicazioni per raggiungerli un po’ “precarie”.
Sintetizzando, questa ottantaduesima edizione del Salone dell’Auto di Ginevra, mi è piaciuta molto e in molte marche si è percepita la voglia di sperimentare, testare, proporre, soluzioni sempre più vicine alle esigenze del cliente e concrete.