Laverda SFC 1000 – la SFC 1000 (dotata del motore bicilindrico a V di Aprilia) è stata presentata al Motorshow del 2002, per poi essere ripresentata in versione definitiva al Salone di Milano nel settembre del 2003. La moto era pronta per entrare in produzione in una prestigiosa serie limitata di 549 veicoli (come la prima serie SFC) e successivamente in una seconda serie più economica ma la produzione non è mai cominciata.
Di fatto, il progetto seguiva la filosofia della RS 250, moto con un motore derivato da un altro modello ma con caratteristiche proprie molto accattivanti come il telaio misto perimetrale alluminio-traliccio e i lunghi scarichi sotto il codino. Molto appariscente era la livrea arancio che richiamava proprio le vecchie SFC, alle quali questa 1000 si ispirava idealmente.
Idealmente…già, perché una Laverda “vera” avrebbe montato un bicilindrico parallelo oppure un bel tre cilindri in linea. Lo stesso presidente Beggio aveva questa idea ma le cose non andarono come egli sperava.
Ivano Beggio racconta malinconicamente a tal proposito: ”(nel 2000) non mi lasciai sfuggire l’acquisto di questo storico marchio, avvenuto peraltro a condizioni molto vantaggiose. Alla casa di Breganze ero legato sentimentalmente, la mia prima vera moto fu infatti una loro 750, con cui rischiai anche di farmi male, tanto andava forte.
Posso rivelare che c’era un progetto molto emozionante, legato a Carlo Talamo, per realizzare una gamma di tricilindriche. Carlo aveva fatto dei bozzetti bellissimi e, grazie alla sua amicizia con il proprietario della Triumph, eravamo sul punto di avere il motore inglese. Si trattava di una operazione simile a quella fatta con Suzuki per la RS 250. La tragica scomparsa di Carlo mise fine a questo sogno, e a Bologna presentammo quella che era l’opzione “B”, ovvero il nostro bicilindrico.
La SFC era molto bella, ma per me Laverda doveva essere a tre cilindri: non poter avere un propulsore con questa architettura e il dolore enorme per la morte di Talamo rinviarono al futuro l’idea di rilanciare il marchio veneto”.
Dopo l’acquisizione di Aprilia nel gruppo Piaggio il progetto SFC 1000 è stato archiviato del tutto: per poter trovare i capitali necessari a risanare la Piaggio stessa, la Moto Guzzi e l’Aprilia hanno costretto la proprietà a sacrificare lo storico Marchio Laverda, che quindi nel 2006 ha sospeso, di fatto, ogni attività.
L’idea di tentare la carta “revival” con l’opzione “B” è di certo discutibile ma la moto risultante era un Aprilia dalla connotazione se possibile ancora più made in Italy; Made in Italy come le moto di Breganze appunto. Certo questa moto non era una Laverda “vera” ma una hypersport comunque carica di gran fascino e un vero giudizio del mercato per la millona veneta arancione non è stato mai realmente decretato.
Come tante storie, quella della SFC e di Laverda, purtroppo, non ha un lieto fine ma un dubbio ci resta: avreste comprato una SFC 1000 su base Aprilia RSV? Poteva davvero aver un successo commerciale questa bella ma controversa supersportiva italiana?