Anche Fra Cristoforo nei Promessi sposi lo annunciava tuonando dal pulpito: “Sentite bene quello che io vi prometto. Verrà un giorno!”.
E il giorno venne, addì 10 Settembre 2019.
Venne il momento dell’inevitabile cambio generazionale, del passaggio di testimone dal vecchio al nuovo, della rivelazione alle masse.
Venne il momento dell’attesa presentazione del Nuovo Defender. Il momento dell’evoluzione? Onestamente non ci è ancora chiaro se considerare la nuova vettura, presentata al salone di Francoforte dalla casa dell’ovale verde, come un’evoluzione dell’iconico mezzo o solamente un nuovo modello della moderna linea di veicoli targati Land Rover.
Chiariamolo subito, se non si fosse ancora capito. Questo articolo avrà uno spiccato tono sarcastico e non ci soffermeremo sulle nuove caratteristiche del mezzo, cosa che faremo in un articolo successivo. Questo articolo sarà più un flusso di coscienza. Continuate a leggere a vostro rischio e pericolo.
Gioca coi fanti, ma lascia stare i santi
L’annuncio della riedizione di un mezzo iconico come il Defender, rimasto sempre fedele a se stesso ma soprattutto alla sua schiera di appassionati e di devoti seguaci, aveva già scatenato ogni tipo di reazione.
La notizia, arrivata solo due anni dopo l’annuncio dell’uscita di produzione del “Vecchio” modello, è stata accolta dalla folta schiera di fedeli con un completo spettro di emozioni, che andavano dall’incontenibile entusiasmo alla più profonda depressione per l’inesorabile e inarrestabile passare del tempo fino ad arrivare ad una sorta di profondo odio viscerale nei confronti dei nuovi proprietari del marchio. Il comune denominatore, il grande interrogativo, rimaneva comunque lo stesso per tutti: “Sarà all’altezza?”
Cosa temevamo fosse
Temevamo, nel profondo del nostro cuore, che ci saremmo trovati di fronte all’ennesimo insipido SUV, una vettura pressoché inutile, considerando l’attuale line-up della (fu) casa inglese. Una “mossa” di marketing il cui obiettivo fosse semplicemente blandire nuove categorie di clienti, che normalmente non si sarebbero avvicinati ad un Defender nemmeno per appoggiarvisi ad allacciare le scarpe.
Allo stesso tempo temevamo che ci saremmo trovati di fronte ad un gemello diverso di costosissime macchine dall’accento spiccatamente tedesco.
Com’è
Ancora non sappiamo se considerarlo la nuova incarnazione dell’amato e storico mezzo, ma da quel che abbiamo potuto vedere il Nuovo Defender rimane un veicolo con uno spiccato istinto fuoristrada e l’ingresso sul palco a Francoforte lo ha voluto rimarcare.
Certo servirà del vero coraggio per decidere di portare 52000 euro (questo il prezzo base della versione “90”) a tuffarsi nel fango e a farsi “marchiare” dalle avventure, ma come avrebbe detto Mr. Wilks sfrecciando sulle sabbie di Red Wharf Bay a bordo del primo prototipo “No guts, no glory”
Proporzioni riviste, interni civilizzati, finiture eleganti e elettronica, tanta, forse troppa.
Si parla di ben 85 ECU che comunicano tra di loro dando vita ad un sistema di controllo di tutto rispetto. Ed è un paradosso, dato che la comunicazione, all’interno di un Defender, è sempre stata ostica.
Potrà il primo Defender monoscocca onorare il leggendario antenato? Speriamo di scoprirlo presto con un test sul campo, nel frattempo ci accontentiamo di valutare se il giovane protagonista sia riverente nei confronti del suo predecessore, perlomeno dal punto di vista estetico.
Possiamo dire che i lineamenti comuni ci sono, si riconosce la parentela, sebbene nel volto della gioventù sia sempre difficile ritrovare il marchio della maturità raggiunta.
Il moderno faro led richiama nelle forme il classico, il frontale e il retro verticale (il coefficiente di resistenza aerodinamica rimane un problema per signorine) e la posizione della ruota di scorta, sono tutti tratti che riconducono alle radici.
Concludendo, come insegna il maestro Marzullo, ci facciamo una domanda e ci diamo una risposta. “Ci piace?“
Valutandolo come mezzo a se, senza considerarne la pesante eredità, Sì, ci piace.
Dovendo però valutarlo come l’Erede, il Prescelto, forse ci piace un po’ meno.
E’ innegabile che fosse necessario un rinnovamento e nell’insieme ciò che è stato fatto non è di per se un male. Forse il risultato, sicuramente più in linea con i moderni canoni, si discosta un po’ troppo dall’originale per poter ereditarne il posto nel cuore dei devoti appassionati. Chi vivrà vedrà
Ah, quasi ci stavamo dimenticando, a quanto pare sarà anche un’ottima vettura On-Road