Nel 2012 Yamaha ha dato il via ad un progetto rivoluzionario, chiedendo ad alcuni talentuosi preparatori di scatenare la loro creatività, per trasformare modelli di serie in “Yard Build Special”, moto capaci di accendere l’immaginazione.
Dopo aver realizzato i primi prototipi, ogni costruttore è ora impegnato nella realizzazione di kit aftermarket unici, che consentano ai piloti di realizzare i loro desideri e costruirsi da soli la moto che avevano sempre sognato. Stimolati dallo spirito di questa sfida, i famosi elaboratori di moto custom Deus Ex Machina sono solo gli ultimi, in ordine di tempo, ad affrontare lo sviluppo di un’altra Yard Build Yamaha: Project X.
Deus Ex Machina, motociclisti mistici il cui nome si ispira a un espediente del teatro greco, il “colpo di scena” finale, sono conosciuti in tutto il mondo per le loro moto fatte a mano, e perché amano divertirsi lavorando. Gli showroom-officina in Italia, America, Indonesia e Australia sono rapidamente diventati l’epicentro dei cultori della creatività. Uniti a Yamaha dalla stessa passione per l’espressione di sé attraverso le due ruote, era destino che i meccanici filosofi incontrassero la casa dei tre diapason, per trasformare una moto di serie in qualcosa che non s’era mai visto. Il momento è arrivato, ed ecco come Deus Ex Machina racconta Project X…
“Yamaha XJR1300 per Deus Ex Machina è sempre stata una moto intrigante. La guardavamo e ci chiedevamo: cosa c’è sotto la pelle di questa muscle-bike?” ricorda Alessandro Rossi di Deus Ex Machina Italia. “Ci siamo ispirati alle leggendarie moto usate nelle gare endurance dalla fine anni ’70 agli anni ‘80, con il loro look snello e slanciato. Moto nate per una cosa sola: vincere le gare. Abbiamo deciso che dovevamo liberare XJR dal superfluo, per creare una custom ridotta all’osso che mettesse in mostra con orgoglio il proprio cuore, il motore da 1251 cc raffreddato ad aria, e che sembrasse già pronta a combattere!”
“Quando abbiamo cominciato a togliere pezzi dalla moto, ci siamo accorti che aveva un atteggiamento molto aggressivo, come un bulldog dalle spalle larghe. Un’impressione che abbiamo voluto enfatizzare aggiungendo un manubrio più largo e poi lavorando a mano fogli d’alluminio per scolpire il look della moto. Insieme a Luca Viglio, Filippo Bassoli ed a tutto il team di preparatori, abbiamo passato ore e ore battendo il metallo, per modellare il serbatoio, i fianchetti e il faro anteriore, fino a ottenere la forma perfetta, quella che meglio rappresenta il nuovo “fisico” di XJR. Quando siamo rimasti completamente soddisfatti del risultato raggiunto, abbiamo usato una verniciatura speciale sul metallo.
“Noi lo chiamiamo “scuro trasparente” perché non è né nero né marrone. In effetti è nero e marrone nello stesso tempo, e diventa color ambra quando la sua trasparenza permette all’alluminio di emergere. Il colore non è mai lo stesso, è una verniciatura davvero strana e cambia la tonalità in relazione all’angolo d’incidenza della luce”.
“Comunque non abbiamo mai dimenticato che l’obiettivo era quello di rendere omaggio alle moto da endurance, con un’attenzione particolare per lo stile. Per rimanere fedeli alla fonte d’ispirazione abbiamo dotato la moto di componenti d’eccezione. Sospensioni Öhlins, freni radiali e leva della frizione Brembo, scarico in titanio Leo Vince, gomme Pirelli e cerchi in magnesio Marvic Streamline. Sarebbe stato bello mantenere il brillante colore originale delle sospensioni Öhlins, ma non sarebbe stato in linea con il carattere della nostra creatura. Così abbiamo anodizzato la forcella e verniciato in nero la molla dell’ammortizzatore, per renderlo meno visibile. La moto è un’aggressiva street fighter che ama stare in agguato nell’ombra, senza esporsi troppo.
“Completato il look, ci restavano solo alcuni dettagli di rifinitura. Abbiamo ricoperto la sella piatta con pelle sui lati e tessuto scamosciato sulla parte superiore, come in una moto da corsa. Questa soluzione assicura al pilota un grip maggiore, aumentando la stabilità in accelerazione. La sella è anche stretta, così il pilota può vedere sotto di sé il motore. Abbiamo anche tolto il tachimetro e lasciato solo il contagiri, proprio come su una vera moto da competizione”.
Infine c’era la questione del nome. Come avrebbe dovuto chiamarsi la moto? Yamaha ci ha chiesto di lavorare in assoluta segretezza, quindi c’era solo un nome adatto per definirla: Project X…
“Project X è un modello radicale, e speriamo che ispiri i proprietari di una Yamaha XJR1300 che vogliono trasformare la propria moto in qualcosa di speciale. Per aiutarli a realizzare il loro sogno, ad EICMA 2013, a novembre, presenteremo una versione “kit” di Project X. Nel più puro spirito Yard Built Yamaha, il kit sarà composto da componenti che chiunque potrà acquistare da Deus Ex Machina. E non è tutto quello che abbiamo in agenda. Ognuno di noi si è talmente divertito nello sviluppo di Project X che ci è venuta l’ispirazione per costruire un’altra moto, che è ancora un segreto. Non posso dire molto sul nuovo progetto, ma vi anticipo che è molto più vicino di Project X alle leggendarie moto da endurance del passato…
YAMAHA YARD BUILT XJR1300 “PROJECT X” BY DEUS – elenco modifiche tecniche:
– Forcella Ohlins 43mm con trattamenti steli al TiN completamente regolabili in colorazione nera
– Doppio ammortizzatore posteriore Ohlins con anodizzazione in colorazione nera
– Piastra sterzo a triplo morsetto con lavorazione CNC dal pieno (design Deus)
– Pompe radiali Brembo (freno e frizione)
– Ruote in magnesio Marvic Streamline
– Scarico completo Leovince in titanio
– Faro anteriore Hella Rallye 3000
– Pneumatici Pirelli Diablo Wet
– Pedane passeggero Over Racing
– Radiatore olio Racing in alluminio
fonte: comunicato Yamaha